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mi sposo con lo sponsor (anche no)

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42Mi riferisco al fenomeno ormai diffuso della “giovane coppia” che “visti i tempi di crisi” ma “non volendo comunque rinunciare al sogno di festeggiare il grande giorno con amici e parenti”, cerca chi contribuisca al suddetto sogno di festeggiare il grande giorno etc. etc., offrendo prodotti, servizi o una donazione in denaro, in cambio di pubblicità. 

Parlo di “fenomeno ormai diffuso” perché di questo si tratta, come vi confermerà una semplice ricerca su Google. Non ve ne segnalo nessun caso in particolare perché sono un po’ tutti uguali; stanno nascendo anche aggregatori o portali dove postare la propria richiesta, anziché limitarsi a un semplice blog personale.

Come forse ricorderete, noi ci siamo sposati (senza sponsor) l’anno scorso. Come ho scritto allora, non posso dire che sia stato un matrimonio minimalista in assoluto (se non per il numero di invitati). Lo scopo principale non era vincere un premio per il matrimonio più minimalista dell’anno, del resto, ma sposarci come volevamo noi: e quello di sicuro l’abbiamo raggiunto. Ma sono contenta anche di non aver speso decine di migliaia di euro, come pare facciano in tanti.

Tutto questo per dire che non sto parlando a vanvera e che, se ci fosse bisogno di ribadirlo (visto il tipo di blog che state leggendo e i millemila post dove ho parlato di argomenti simili), non sono snobisticamente contraria a risparmio e frugalità, anzi.
Vado controcorrente, e forse sono pure odiosa. Ma leggendo in giro blog e siti sull’argomento, devo confessare che mi sale un certo nervoso.
Gente che aveva già programmato un matrimonio “in comune, a Milano, con pochi amici e parenti”, ma poi è stata a una fiera di settore, è venuta a sapere di questa “nuova e meravigliosa idea” e ha deciso di cambiare rotta: ci sposiamo in Sardegna, ci sposiamo in spiaggia, cerchiamo gli abiti, cerchiamo le fedi, vogliamo il servizio fotografico!
Altri che, “trovandosi con 600 euro di mutuo da pagare, un quinto dello stipendio pignorato, due bambine da mantenere e il rischio di vedersi la casa pignorata…” continuano “a cercare uno sponsor che li aiuti a coronare il loro sogno”.
Frasi come “Sposarsi costa, e non poco. Oggi, con la crisi è ancora più difficile… Quindi, cosa fare se la voglia di salire sull’altare è tanta?”.
Siamo circa 90 invitati ci va bene anche una villa o cascina a Milano o dintorni“.
“Abiti, torta nuziale, fiori, fotografo, video operatore, fedi, inviti, bomboniere, confetti, truccatrice, parrucchiere, stampa libretti, partecipazioni, regalo per i testimoni, viaggio di nozze, tutte voci più o meno costose che sommate significano più di una decina di migliaia di euro. Decisamente troppi rispetto al prestito massimo che potevamo permetterci ovvero i 5000 euro del prestito del fondo nuovi nati, avendo già un mutuo sull’appartamento”.

Ometto volutamente i link, ma vi assicuro che non mi sto inventando nulla, e che potrei continuare.
Sono io, o c’è qualcosa di profondamente sbagliato?
La solita equivalenza tra “matrimonio” e “festa di nozze”? L’idea che non c’è matrimonio senza tutte le cose che trovate così ben elencate sopra?
Il fatto che una famiglia in difficoltà economiche evidentemente molto gravi concentri le sue energie sulla festa di nozze? O, molto più semplicemente, coppie che pretendono quello che non possono permettersi: 90 invitati, la villa, probabilmente una serie di altre cose?

Come e più di sempre, aspetto opinioni e commenti.

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